strategie evolutive

ciò che non ci uccide ci lascia storpi e sanguinanti

Rosso, desolato e meraviglioso

80 commenti

Non ne hanno parlato in molti, molti di coloro che ne hanno parlato hanno detto sciocchezze.
RAI 3 ci aveva blanditi, promettendo una copertura completa delle ultime fatidiche ore prima dell’atterraggio.
Ma poi non hanno fatto nulla.

Ci sono altre cose per aria, naturalmente.
Cose importanti assai.
Ci sono le Olimpiadi, naturalmente.
C’è lo Spread sempre in agguato.
C’è la Crisi la Crisi la Crisi, e tutti sono a casa a sperare che non pensandoci vada via, ma non riescono a pensare ad altro.
Alla Crisi ed ai Soldi.
Il che ci riporta alle Olimpiadi, con quegli atleti che guadagnano così tanto e, curiosamente, all’unico dato che tanta stampa ha pensato fosse il caso di sottolineare.

La missione Curiosity è costata ventisei 2.5 miliardi.

E qui naturalmente i soliti insopportabili ipocriti maledetti cominciano a piangere le loro lacrime di coccodrillo.
Si sentono bene, loro, a frignare.
Sempre meglio che rimboccarsi le maniche, giusto?
Quanti soldi buttati!, strillano.
Che spreco di risorse, quando con lo stesso denaro si sarebbero potuti risolvere così tanti problemi, e trovare la risposta ai problemi della sovrapopolazione, della denutrizione e della mortalità infantile, delle epidemie.

Già certo, maledetti bastardi.
Proprio come avete fatto in passato giusto?
Avete usato quantità colossali di denaro sottratte alla ricerca scientifica per curare i mali del mondo.
Vediamo…

Strano.
Non trovo riferimenti.
Cosa ne avete fatto dei quattrini della soppressione del progetto Constellation, così, per dire?
Non vi vedo a vaccinare bambini, non vi vedo a distribuire pasti gratis…
Vi sento piangere calde lacrime sui soldi del Curiosity, come piangevate sulla ISS, sullo Shuttle, sulla MIR, sullo Skylab, su Apollo, Gemini, Mercury, e tutto il resto, e prima piangevate su qualcos’altro, perché siete dei bastardi ipocriti ed avete una paura fottuta del futuro, e non siete abbastanza intelligenti per capire che, vi piaccia o meno, il futuro capita*.

Oh…

Scusate.
Io quando si parla di esplorazione spaziale tendo a diventare violento.
Specie con certi imbecilli.

Ma un attimo, magari voi stavate guardando le Olimpiadi, o lo Spread, e vi siete persi ils ucco della storia.
Il succo della storia è questo.
Due notti or sono, un veicolo automatico che ha le dimensioni di una Mini è atterrato su Marte.
È atterrato ai piedi di una montagna in un posto che si chiama Gale Crater.
Porta con se una batteria di strumenti scientifici (dieci) che costituiscono la miglior suite di apparecchiature che mai siamo riusciti a portare sul Pianeta Rosso.
E una batteria atomica, che gli permetterà di funzionare anche in quelle regioni di Marte finora preculse alle sonde alimentate da pannelli solari.

Curiosity è su marte per una sola fondamentale missione.
Trovare tracce di vita.
Perché il Gale Crater è un posto curioso – non solo ha al proprio centro un picco alto più di cinque chilometri, ma attorno a quest’area si trova un corpo di detriti che potrebbero esseri resti di sedimentazione lacustre.
Se sono sedimenti – per quanto rimaneggiati – di un fondale di un lago, allora dentro potrebbero esserci resti fossili.
Sì, incidentalmente, i miei fossili – roba unicellulare, microscopica, ma comunque, viva.
Una volta.
Curiosity è, insomma, un mio collega meccanico.

Le voci, nei giri accademici, sono che le probabilità di trovare qualcosa di interessante – anche solo metano, derivato da decomposizione di materia organica – siano piuttosto alte.
C’è un sacco di gente che ci scommette.

Questa ricerca, e la possibilità che arrivi a un risultato positivo, da sola, giustifica l’entusiasmo per il progetto.
Poi, certo, c’è il fatto che siamo tornati sul pianeta rosso.
Non di persona, ma se si trovasse una traccia di vita passata, certo il prossimo passo potrebe essere una missione con equipaggio verso Marte.
Credo mi piacerebbe molto, vivere abbastanza a lungo da vedere una cosa del genere.
Il progetto, oltretutto, è archiviato ma funzionante – si tratterebbe solo di resuscitare Constellation.

Ironico, no?

Certo, maledetti bastardi, voi piangete perché con quei soldi, che abbiamo speso per spedire una mini carica di arnesi da laboratorio su Marte, avremmo potuto trovare la soluzione ad un sacco di problemi*.
Beh, provate a considerare questa ipotesi – e se la risposta fosse là fuori?
Di sicuro, qui, voi non siete ancora stati in grado di trovarla, giusto?
Magari è là fuori.

E poi pensate al polverone che si solleverebbe se trovassimo una prova di vita su Marte?
Pensate ai fanatici religiosi che vedrebbero nell’evento una minaccia o una prova di chissà quale creazione rivelata solo a loro, agli ecologisti militanti che vedrebbero nel defunto Marte un monito ed un simbolo dell afragilità della natura (o magari chissà, anche su Marte c’erano la Shell e MacDonald…), alla massa variegata di stramboidi assortiti, psicopatici, politici furbastri.
Pensate a tutti quegli scrittori fighissimi che per decenni hanno contemplato il proprio letterario ombelico cantando la depressione del trentenne insoiddisfatto, e che si vedrebbero surclassare da Arthur C. Clarke…
Mio Dio, le ristampe di Dick e Bradbury!

Ci toccherà sedare i trekkies.
Per settimane.

E pensate alla mazzata colossale che una manciata metaforica di fossili o tracce di vita menerebbe alla nostra cultura.
Niente di simile dai tempi di Galileo.
Di Darwin.

E a voi non interessa.
È questa, probabilmente, la cosa più straordinaria.
I rappresentanti della più avanzata civiltà nel sistema, eredi di quella cultura che ha messo un uomo in una lavatrice sopra ad una bomba e lo ha mandato sulla luna, e non v’importa un fico secco di Marte, di Curiosity, del paradigm shift, del grande balzo in avanti, del mare di conoscenza che stiamo per navigare, del futuro della vostra specie, della vostra civiltà, della vostra cultura, della vostra collettività…
No.
Voi piangete per i gattini e i cagnolini abbandonati su facebook, pregate che la Crisi passi, guardate gli atleti a Londra, aspettate il campionato più Bello del Mondo (R).
E di Curiosity non potrebbe fregarvene di meno.

Molti anni or sono, Carl Sagan disse che gli esseri umani sono lo strumento attraverso il quale il cosmo potrà conoscere se stesso.
Il pubblico indifferente ed i giornali disinteressati di questi giorni dimostrano che anche il cosmo usa solo una piccola percentuale della propria intelligenza.

Tornate a dormire, imbecilli.
Tanto voi, alla voce “vita intelligente nel cosmo”, contate come un passivo.

——————————————————————————-
* Potete giocarvi la vostra ultima moneta da un euro che c’era gente così anche alla corte di Castiglia, che ripeteva che coi quattrini dati a Colombo per la sua impresa suicida, si sarebbero potuti sfamare i poveri, sconfiggere la scrofola e convertire i marrani…
Se le uniche due certezze nella vita sono la morte e le tasse, la miglior scommessa sicura è che ci sia a portata di mano un ipocrita santimonioso terrorizzato da qualsiasi cosa che sappia di futuro, ed usa poveri, appestati o altre categortie delle quali non gli importa nulla come scusa per frignare e remare contro.

Autore: Davide Mana

Paleontologist. By day, researcher, teacher and ecological statistics guru. By night, pulp fantasy author-publisher, translator and blogger. In the spare time, Orientalist Anonymous, guerilla cook.

80 thoughts on “Rosso, desolato e meraviglioso

  1. Grazie.
    Una perfetta espressione dei miei sentimenti di questi giorni. (E in più mi hai addolcito l’insonnia.)

  2. Vale anche per me, che non ho l’insonnia ma il torcicollo, e sono giorni che cerco un articolo che riassuma le cose come questo, e che questo tuo me l’aspettavo.

  3. Non potevi scrivere post migliore…

  4. Solo una nota, non ci sarà bisogno di resuscitare Constellation per andare su Marte.
    La NASA sta completando lo sviluppo della capsula Orion (unico progetto sopravvissuto alla chiusura di Constellation) ed il nuovo lanciatore SLS sarà eventualmente in grado di far arrivare una misione umana su Marte.

    —Alex

  5. Ormai è più importante la parola EPO che i passi dell’Umanità per scoprire il Cosmo. Mah…

  6. Grazie per questo post, l’unica cosa in cui non sono d’accordo è che il riferimento ai gattini e ai cani abbandonati, sappiamo tutti e due (e qui è il vecchio animalista che parla) che quello è un altro dei tanti problemi che si sarebbe potuto risolvere se solo si fosse voluto.
    Il succo del discorso è che tante cose se si fosse voluto si sarebbero potute risolvere: se si fosse attuata una politica coerente e lungimirante a questo punto non solo avremmo ridotto drasticamente la fame nel mondo ma avremmo anche la base permanente sulla Luna, invece di aver sprecato tempo (e foraggiato certe multinazionali) forse avremmo vaccini che funzionano, invece di investire in armamenti e in Ogm fini a sè stessi, forse avremmo tecnologie verdi in grado di ridurre l’effetto serra (ah già! fino all’altro ieri molti pseudoscienziati al soldo di governi e multinazionali negavano perfino l’esistenza dell’effetto serra).
    Personalmente ritengo che i soldi della Mission esu Marte siano ben spesi, sicuramente che siano più utili delle spese per il budget militare (o degli stipendi di certi politici), credo nel sogno dello Spazio e che se ci sono delle risposte siano là fuori.
    Abbiamo bisogno di poter credere, di poter uscire finalmente da questo guscio…il problema semmai sarebbe quello di poter risvegliare tutte le coscienze lobotomizzate (non solo in Italia) da decenni in cui ci è stato ripetuto che lo un calciatore valeva di più di un ricercatore, una velina valeva di più di una laureata,o che il Tg1 raccontasse la verità.
    Abbiamo buttato anni, il problema è che quelli che ci hanno convinto a buttare tutti questi anni sono ancora lì belli al loro posto.
    Pronti a prenderci nuovamente per le natiche.

  7. Caro Davide, splendido articolo
    mi permetto di aggiungere una riflessione. Ogni euro speso nella ricerca spaziale produce un ritorno economico notevole.
    la corsa spaziale delle missioni apollo ha anche prodotto moltissima della tecnologia che utilizziamo oggi, allora all’avanguardia.
    e secondo me questo è davvero un buon modo di investire i soldi per superare le difficoltà e sopratutto per ricominciare a sognare.
    L.

  8. Dai, Nick…
    Metter “Mi Piace” sotto alla foto del micino cieco non è aiutare gli animali.

    Però sì, condividiamo lo stesso punto di vista.

    @AD Blues
    Sì, il mio “resuscitare Constellation” era un modo melodrammatico per dire che useremo ciò che resta di Constellation per fare ciò che deve essere fatto.

  9. E su Facebook sono d’accordo quello che voglio dire io è che in anni che facevo le raccolte firme o le donazioni per risolvere un determinato problema (vedi le campagne anti-pesticidi o anti-sperimentazioni cosmetiche sugli animali) mi sentivo rispondere le stesse cose che hai rimarcato tu: cioè che con i soldi sprecati sugli animali si sarebbe potuto risolvere il problema della fame in Africa e queste risposte mi venivano da gente che, so per certo, poi non ha fatto niente nemmeno per risolvere il problema della fame in Africa.
    Contro questa mentalità mi scaglio io, la stessa contro cui ti sei scagliato tu.
    Su Facebook e sulle sue derive sai come la penso…. 😉

  10. Visto che in televisione non ne davano notizia io ho seguito l’evento in diretta su NASA TV, fantastico!!!! P.S. Sono una Trekker e non ho affatto bisogno di essere sedata!!!!!! 🙂

  11. Gli Status Quo sono una delle tante invenzioni perverse dell’Uomo, e forse la più acerrima dei nemici del progresso.
    Lo status quo può essere grande come un preciso piano governativo o piccolo come un commento ringhiato al bar. Perché la stasi, lo stagnare nel fango che, dopotutto, si conosce bene, appare preferibile (a molti) a un futuro luminoso ma impalpabile come un sogno.
    Meno male che a noialtri la voglia di sognare non è passata.

  12. Ottimo articolo Davide e solo per la prima parte ti meritwresti 92 minuti di applausi.

  13. queste sono le domande che mi vergogno di porre, quindi lo farò da anonimo: non mi è ben chiaro in che modo, questione religiosa a parte, la scoperta di forme di vita aliene costituirebbe uno slittamento di paradigma. voglio dire, almeno per ora non stiamo parlando di vita intelligente: trovare i resti di unicellulari di seicento milioni di anni fa comporterebbe davvero qualcosa di grosso come galileo o einstein?

  14. Hai detto bene tutto tu. E non mi sento solo quando, per l’ennesima volta, cerco un posto sufficientemente buio per guardare le stelle.
    Sandro

  15. Sto attraversando un periodo nero, in ultima un grave problema di salute ha colpito mio padre.
    Curiosity è il piccolo gioiello che illumina il mio stato d’animo e che illumina, ancora, i sogni di mio padre, nonostante tutto.
    Ieri sera discutevamo in famiglia dell’argomento.
    Una bella sensazione.
    Ci sono tanti problemi che non possono essere banalizzati e affrontati ipocritamente e la possibilità che una scoperta del genere potrebbe cambiare gli scenari e aprire una marea di conoscenza e interesse, dovrebbe darci la forza per affrontare il quotidiano in maniera diversa e meno angosciosa.

    N.B Qual’è il campionato più bello del mondo?

  16. Ah, ecco. Temevo di essermi perso chissà quale diretta!
    Davvero, Curiosity non ha avuto la copertura che meritava. Neanche le altre. Un po’ la ISS, forse, ma ultimamente si parla solo di quando c’è un italiano ad andarci. Sarebbe interessante che ogni tanto si parlasse delle ricerche che sono condotte lassù. Anche di Curiosity, per dire, non solo del grande puffo marziano.
    Una cosa che non capisco è il disinteresse. Le potenziali ricadute della colonizzazione dei dintorni terrestri sono enormi, anche in termini economici. Anche i più attenti al portafoglio dovrebbero capire che è un investimento.

  17. A me non sembra che la cifra spesa per la missione sia poi così alta, leggevo ieri che è costata più o meno la stessa cifra spesa finora per la Salerno-Reggio Calabria.

  18. C’è da dire che la Rai, per non fare torti a nessuno, anche le Olimpiadi le ha trattate malissimo, come qualsiasi altro evento sportivo che non sia calcio o motori.
    Ma vabbè, questo non c’entra nulla.

    Condivido tutto quell che dici: niente Curiosity, e forse è proprio questo il problema, lo spazio (che per inciso è la nostra sfida più importante nonché la strada che volenti o nolenti dobbiamo prendere) non desta più curiosità.
    Non so dove sia finito lo spirito pionieristico di qualche decade fa, sicuramente quando vedo l’interesse che suscitavano mi accorgo che tutti abbiamo perso qualcosa, e la sensazione, piuttosto sgradevole, è che ci sia chi ce lo abbia portato via.
    E dire che basterebbe alzare il naso in una qualsiasi notte serena per riprendersi tutto. Basterebbe poco per riaccenderla, la curiosità

  19. Basterebbe volerlo, Sekh 😉

  20. Caro anonimo,
    non vedo il motivo di mascherare la propria identità.
    Qui su strategie evolutive non abbimo problemi con coloro che hanno delle domande da porci.

    Ma veniamo al punto.
    Stiamo parlando di passare dall’ipotesi che esista vita – vita, trotterellante e florida – altrove nell’universo, alla certezza che la vita su altri pianeti sia possibile.
    Significherebbe che la vita non è un fenomeno esclusivo sulla terra.
    E quindi significherebbe che c’è vita altrove nell’universo.
    Le probabilità di ecosistemi su pianeti lontani crescerebbero esponenzialmente.
    C’è vita là fuori.
    O c’è stata, o ci sarà.
    E non sarebbe più una ipotesi, ma un fatto.
    E ci sarebbero un sacco di naysayers, e questo scatenerebbe ulteriori dibattiti scientifici – che si assommerebbero a quelli riguardo al fatto che la vita sia arrivata sulla Terra da Marte, o che noi si sia frutto di una panspermia galattica, o quant’altro.
    Sorgeranno nuove idee, nuove domande, nuove ricerche.
    Ed allora potremo domandarci – essendo la vita un fenomeno relativamente comune nell’universo (ehi, si sarebbe appena raddoppiato il numero di casi noti!), quanto è comune l’intelligenza?
    Perché la scienza – e solo la scienza – funziona così.
    Si trova una risposta, e se ne ricavano nuove domande.

    La cultura dell’uomo della strada?
    Le implicazioni religiose sono ovvie.
    Poi ci saranno i conservazionisti estremi, che chiederanno una moratoria sull’esplorazione interplanetaria, per evitare che le nostre sonde contaminino eventuali ecosistemi ancora esistenti su Marte, su Titano, su Europa o Io…
    Ci saranno i profeti di sventura che ci racconteranno di aver ricevuto in sogno la rivelazione che Marte è ridotta così com’è perché i marziani erano [mettici la categoria che ti pare] e noi faremno la stessa fine.
    Ci saranno quelli che diranno che allora chissenefrega se ci estinguiamo come specie, tanto la vita continuerà da un’altra parte, e noi non abbiano responsabilità nei confronti del cosmo.
    E potrei andare avanti per pagine e pagine.

    E tutto questo, SENZA postulare l’intelligenza.

  21. Ciao, ti leggo sempre (e non commento mai…). Ma oggi non posso resistere!
    Complimenti per tutto. Metto link in topic.

    http://www.ilpost.it/2012/08/08/perche-spendere-cosi-tanto-per-lo-spazio/

    Paolo

  22. Questo articolo è grandioso io davvero non riesco a capire come faccia certa gente ad essere così ottusa da non rendersi conto che la ricerca scientifica è l’unica cosa che potrà salvarli

  23. Forse è la prima volta che mi paleso qui a casa tua, permesso?
    Mi ricordo quando nel 1997 andai dall’unico amico che all’epoca aveva internet per scaricare foto in bianco e nero e colori dal sito della Nasa. Poi le misi su un cd e le portai a casa per farle vedere a tutta la famiglia. Quell’estate non si parlò d’altro, mi pare, nonostante non esistessero i social network. Quello spirito, che si manteneva da quando i miei mi raccontavano dello sbarco sulla Luna con Tito Stagno, allora era ancora vivo e vegeto. Poi c’è stato il cambio di secolo e tutto è declinato… Speriamo che la fottuta crisi mantenga la propria origine etimologica e ci dia una possibilità di scelta verso il miglioramento!

  24. Volevo pubblicare una riflessione stanotte, ma il telefono mi ha lasciato a piedi. Fantastico articolo. Erano tipo le 3 di notte e ti ho letto e quasi volevo mettermi sul balcone a svegliare tutti per suggerire a tutti di leggere questo tuo scritto. E’ bello leggerti, è bello sapere che esistono teste pensanti!

  25. Articolo interessante, mi sarei risparmiato volentieri le menate moraleggianti. La scienza meriterebbe senza dubbio palcoscenici migliori, ma di certo LA RISPOSTA (come dice) ai problemi della terra NON è là fuori!
    p.s.
    Per la precisione la corona nell’impresa di Colombo di credette assai poco e solo dal secondo viaggio Colombo venne equipaggiato con materiale all’altezza della situazione (partì con 17 navi e 1200 uomini, ben altra cosa della miseria del primo)… ; )

  26. Davvero la risposta non è la fuori?
    Là fuori dove c’è energia disponibile a costo zero, spazio infinito, risorse naturali abbondanti?
    Certo la risposta non è là?
    E da dove viene, tanta certezza?

  27. Invece caro Davide lui ha ragione, la principale risposta ai problemi della Terra non è la fuori perché il più grosso problema dell’umanità oggi come ai tempi di Colombo sono gli stolti e i disfattisti con la differenza che ai tempi di Colombo non avevano diritto di voto

  28. Ma come diceva Chrissie Hynde, non possiamo aspettare che loro muoiano per cambiare le cose…
    😀

  29. Forse no, ma due giorni fa chiudevo un post con questa frase:

    “Sì lo so che non capite di cosa parlo, infatti siete parte del problema e come tali… beh andreste estirpati.”

  30. “Là fuori dove c’è energia disponibile a costo zero, spazio infinito, risorse naturali abbondanti?”
    ah ma ditelo prima perché io la fantascienza la odio davvero…
    x Angelo (Colombo era molto più stolto di quanto credessi…i libri di storia meritano di essere letti ogni tanto ; ) e per favore modera i termini : )

  31. Stefano da quello che scrivi si vede chiaramente che odi la fantascienza, ad ogni modo non mi pare di essermi rivolto a te se non per darti ragione

  32. Stefano, mi dispiace che la fantascienza non faccia per te – ma d’altra parte, a ciascuno il suo.
    Tuttavia le tre voci citate non sono fantascienza.

    . L’energia solare è molto più abbondante e facilmente utilizzabile fuori dall’atmosfera (perché l’atmosfera interferisce, abbassando l’efficienza del sistema). Sempre che non si voglia sfruttare la differenza di potenziale di un cavo immerso nella magnetosfera, che genera elettricità per un semplice principio fisico… e l’abbiamo già sperimentato, in effetti.

    . Lo spazio c’è, ed è… beh, ok, virtualmente infinito. Sulla terra no – arriveremo ad un punto in cui dovremo decidere se smettere di riprodurci o estinguerci per esaurimento di spazio vitale. Ma lo spazio è là fuori, ed è disponibile.

    . Alla voce materie prime, sappiamo (non “pensiamo”, “crediamo”, “ipotizziamo” – sappiamo) che sulla luna molti dei metalli rari indispensabili per l’elettronica sono relativamente più abbondanti ed accessibili che da noi. Gli asteroidi (alcuni dei quali sono maledettamente vicini alla terra) sono ricchi in ferro e altri metalli. I pianeti esterni sono colossali serbatoi di gas. Esistono già aziende che si preparano ad utilizzare le risorse più prossime.

    Non è fantascienza.
    Le chiamano ipotesi di sviluppo.

  33. Alla fine il problema non è la scienza ma la mancanza palese di una cultura scientifica diffusa. Non posso trovare altre giustificazioni per chi non riesce evidentemente a capire come alle necessità irrinunciabili della razza umana si debba trovare una risposta e che questa risposta possa venire solo dall’avanzare della scienza. Va bene, sappiamo che in Italia le cose sono a un livello scadente come istruzione (sto sempre parlando di formazione scientifica), che al potere c’è una massa di incompetenti con un’età media da gerontocomio. Ma leggere sui principali quotidiani che anche l’Italia partecipa allo sforzo della missione Curiosity perché da qualche parte a bordo c’è un disco con Leonardo fa cadere le braccia.
    Quasi quanto chi dice che le risposte non sono là fuori. O chi sostiene che là fuori non ci sia il futuro.

  34. Lavorando in una media azienda che opera nell’ambito aerospaziale non posso che essere felice della riuscita -sinora- della missione.
    Sui costi, vorrei poter dire qualcosa. Due miliardi e mezzo di dollari sono pochissimo per una missione del genere; BepiColombo (una missione ESA-NASA-JAXA verso Mercurio) era stata schedulata per un costo di 800 milioni di Euro, adesso rialzato a 1,4 Miliardi di Euro, e gia’ si sa che se si vuol lanciare non son sufficienti.
    Il problema e’ che lo spazio NON ti lascia alcuna possibilita’ di errore, e devi essere certo che tutto funzionera’ bene per tutto il tempo necessario. I costi per qualificare al volo i motori di BepiColombo, per esempio, sfiorano i 6 milioni di Euro. Solo di PROVE a terra. Lo sviluppo dei 4 propulsori viene via a una quarantina di milioni di Euro (l’elettronica fa la parte maggiore del prezzo).
    Ma chi ha detto che la Salerno-Reggio e’ costata quanto Mars Science Laboratory e’ stato molto ottimista: il costo al chilometro di un tratto di autostrada in Italia credo sia almeno un ordine di grandezza superiore a quanto ipotizzato 🙂

  35. Angelo, ci sono momenti in cui mi sento relativamente sicuro che la risposta sia nell’impegnarsi nel cercarla, una risposta.
    Senza accontentarsi di risposte precotte.
    Siamo primati, ci piace risolvere problemi, ci piace affrontare cose che non conosciamo.
    Siamo scimmie curtiose.
    Toglici la curiosità, e restiamo scimmie.

    Poi, nel nostro paese, il disprezzo per la cultura scientifica è storia antica.
    Una volta per lo meno ci contrapponevano la cultura classica.
    Ora bastano le banalità.

  36. Caspita, Barney, fai l’astronauta e non ce l’hai mai detto!
    Comunque, battute sceme a parte, la tua è un’ottima puntualizzazione.

    Sulla Salerno-Reggio sospendo il giudizio, perché qui c’è gente che non ama la fantascienza 😉

  37. A proposito Davide, come scrive anche Barney, la missione dovrebbe avere un costo totale stimato in 2,5 miliardi di dollari (davvero una sciocchezza), come mai scrivi ventisei miliardi?

  38. Perché mi sono perso una virgola?
    Io però 26 l’ho letto, su qualche freepaper…
    Ora correggo.

  39. Tornando alla Salerno – Reggio Calabria la lunghezza dell’A3 è di circa 500 chilometri e il costo medio di un km di autostrada in Italia è di 30 milioni di Euro. In pratica quell’autostrada è costata almeno 15 miliardi e per percorrerla ci vuole lo stesso tempo che per arrivare su Marte

  40. È vero!
    Curiosity costa solo due miliardi e mezzo!
    Come un calciatore!
    Però parla, e non ha problemi di riconoscimenti di paternità.
    E credo che abbia una vita utile anche parecchio più lunga – poi lo si può riciclare.

  41. Angelo devo aver frainteso il tuo commento allora e ti chiedo scusa. La fantascienza non la odio, diciamo non è un genere letterario che mi ha mai attirato, ma chissà che un giorno non cambi idea. Resto convinto che la risposta non sia nel cercare nuove risorse (con questo non significa che non si debba fare) ma nel modo in cui vengono gestite. Non è fantascienza affermare che abbiamo sufficienti risorse per sfamare e far vivere decorosamente tutte le persone sulla terra. Se una gran fetta della popolazione vive in povertà, senza servizi igienici e con sistemi sanitari inesistenti non è di certo colpa del petrolio che sta finendo. Il binomio sviluppo della tecnologia- salvezza mi sembra piuttosto banalizzante…

  42. E invece non lo è.
    Perché non importa da dove vengano le risorse che userai per risolvere i problemi, ma sarà attraverso la tecnologia (che è il lato applicativo della scienza) che dovrai gestirle, distribuirle, amministrarle.
    La volontà politica, come la disponibilità di risorse, è nulla senza una tecnologia che ci permetta di mettere in pratica le iniziative opportune.
    Mostrami un problema risolto negli ultimi diecimila anni, e ti mostrerò una tecnologia che ha contribuito a risolverlo.
    O, spesso, un insieme di tecnologie.

  43. “attraverso” la tecnologia (come hai scritto tu Davide) non grazie alla tecnologia. La tecnologia mi darà una sere di possibilità, ma saranno sempre le teste e la volontà in queste teste a fare la differenza. Mi sbaglio?

  44. Questo è giocare con le parole.
    E le teste possono avere tutta la volontà che vogliono, ma se non hanno gli strumenti per farlo, non lo faranno.
    Il fatto che, avendo gli strumenti, non abbiano la volontà, è il soggetto di questo post.
    Ma non usare una soluzione che c’è, perché ci mancano le palle per usarla, non significa che la soluzione non ci sia.

  45. Le parole sono importanti. La tecnologia è uno strumento e tale resterà, non è un valore in sè.. i valori sono altre cose e la politica infatti si basa su questo( o almeno dovrebbe) e non sulla tecnologia…o almeno io la vedo così…

  46. Se consideriamo che lo stato centralizzato e la suddivisione in classi complesse della società devono la loro esistenza al passaggio dai cacciatori/raccoglitori all’agricoltura ed all’allevamento – che sono sviluppi tecnologici (aratro, selezione delle sementi, addomesticazione e incroci selettivi – tutto sapere applicato) – direi che il legame fra politica, società e tecnologia è abbastanza consolidato.

    O se preferisci, prova a gestire una democrazia su scala nazionale senza una solida infrastruttura di comunicazione.
    Hai notato che tutti i politici, da almeno un secolo, sono a caccia di una piattaforma media?
    Giornali, radio, TV, web.
    Cosa credi che sia, una piattaforma media – filosofia?
    È tecnologia.

  47. Siamo d’accordo ( a parte la ricostruzione esageratamente semplicistica della prima parte) che ci sia un legame e sia anche forte tra politica e tecnologia, così come c’è tra arte e tecnologia o, soprattutto, economia e tecnologia…questo non significa che ci sia sovrapposizione. Trovarsi una piattaforma (uno strumento di comunicazione) influisce solo relativamente su quello che si comunica… ma credo che siamo andati fuori tema….piacevolmente ed in maniera interessante, ma fuori tema…

  48. Gli americani dicono Technology is Policy.
    Che è una stenografia, ma è corretta.
    Non esistono leggi in grado di essere implementate dove la tecnologia permette di violarle (copyright?), e viceversa, non esistono leggi violabili se esse sono insite nella tecnologia.

    Ti consiglio di dare un’occhiata a questo (è gratis)

    http://codev2.cc/

    per avere una trattazione più estesa del principio (io sul mio blog tendo ad andare via veloce – specie nei commenti).

    Ma torniamo al punto di partenza: le risposte – se non nella tecnologia, dove?

    Le risposte ai nostri problemi sono da ricercarsi nella tecnologia poiché è la tecnologia lo strumento col quale noi operiamo sulla realtà – e se i problemi sono reali, è con la tecnologia che dobbiamo affrontarli.
    Il che significa comprenderla, svilupparla, applicarla.
    Significa ricerca.
    Significa non avere paura del futuro.

    Questo non vuole delegittimare le altre attività intellettuali dell’uomo – ma è il caso di avere ben chiare le priorità.
    È la confusione sulle priorità, che è alla causa di molte false soluzioni che hanno peggiorato i problemi anziché risolverli.
    Questo non è scientismo – non è fare della scienza un credo.
    Ma è riconoscere che la risposta è lì – nella ricerca, nello sviluppo e nella sperimentazione di nuove idee, nell’utilizzo consapevole delle tecnologie.

    (ed ora vado off-line fino all’alba… se non rispondo alla svelta ai prossimi commenti, non è per malagrazia, ma perché la tecnologia non mi permette di farlo… hmmm, non avevamo appena lasciato questa festa?)

  49. “Non esistono leggi in grado di essere implementate dove la tecnologia permette di violarle (copyright?), e viceversa, non esistono leggi violabili se esse sono insite nella tecnologia.”…ammetto che ho appena cenato e quindi la mia testa gira ancora più lenta del solito, ma questo passaggio nonn l’ho davvero capito… Per il resto nessuno qui ha paura del futuro e ben venga la ricerca (anche nelle scienze umane dopotutto si fa ricerca)… Hai evocato lo scientismo…beh mi pare che hai colto nel segno…i post di prima mi puzzavano tanto di scientismo… Appena ho tempo mi vado a vedere il link che mi hai segnalato. Grazie e buona permanenza Off-line : )
    Stefano

  50. Stefano, sono quasi sicuro di avere perso il punto della discussione.

    Hai iniziato dicendo semplicemente “La risposta ai problemi della terra non è la fuori.”
    Questa è un’affermazione precisa, per quanto generica e difficile da valutare nel suo eventuale valore di verità o falsità senza successive precisazioni. Ti è stato fatto notare come, ovviamente, la risposta a MOLTI problemi della terra è proprio là fuori.
    Da qui è partito un discorso semantico sulla tecnologia come valore e come strumento che trovo onestamente superfluo.

    Rimarrei a una posizione più semplice: sulla terra ci sono molti problemi, alcuni sono risolvibili con quanto potremmo trovare lì fuori, altri no. Non risolverà l’inuguaglianza nell’uso delle risorse ma risolverà il problema della loro scarsezza. Non risolverà il primevo dubbio se esista un Dio, ma potrebbe escludere che la creazione sia unica, o addirittura dirci che non sia avvenuta sulla terra. Non ci fornirà tutte le risposte, ma ci fornirà tante domande per riaccendere curiosità e spirito. Non risolverà la mia scarsa abilità a trovare una ragazza sana di mente che voglia contemporaneamente uscire con me (ammetto che potrebbe essere un paradosso), ma permetterà alla popolazione umana di crescere: magari su 100miliardi di ragazze trovo quella giusta.

    Insomma, anche se non risolve TUTTI i problemi, mi sembra che la frase “risolve i problemi della terra” sia stata usata più a sproposito di così. Risorse energetiche, sovrappopolazione, acqua e terreno sono decisamente centrali tra i problemi della terra. Anche se rimarrà la difficoltà sul “cosa metto al primo appuntamento”, sono propenso a accettare la generalizzazione.
    Per questo l’accanimento contro un’affermazione tutto sommato ragionevole, così come tu vedi il post come scientista, mi sembra decisamente e forzatamente antiscientista. Quasi medievale.

    @Davide: bel post. Aggiungo che non solo l’esplorazione spaziale ha avuto un simile trattamento. Anche se i media si sono misteriosamente svegliati per il bosone di Higgs, importanti scoperte di fisica delle particelle sono passate completamente ignorate, anche quando avevano Italici natali. E i critici sui costi di LHC e antenati sono gli stessi che criticano Curiosity e clickano su gattini ciechi con adorabili piccole sciarpe della squadra del cuore.

  51. Scusa, Stefano, io sinceramente ho cercato di seguire il filo del discorso ma non ho capito la tua posizione. Come puoi sostenere che la tecnologia non fornisce risposte? Potrei parzialmente darti ragione se consideri tecnologia lo strumento in sé e non il suo utilizzo, ma ogni ritrovato tecnologico ha sempre (beh, quasi) portato, direttamente o indirettamente a nuove risposte. Indirettamente, quando il tal risultato, reso possibile dal tale strumento, ha permesso di formulare una domanda che, fino ad allora, nessuno avrebbe potuto formulare. Per esempio, l’utilizzo del telescopio per osservare le stelle e i pianeti (giusto per restare il tema). Ovvio che la risposta (quale risposta, poi?) non sta nelle lenti di vetro, ma è anche grazie a quelle e all’intuizione di un professore universitario che il mondo ha conosciuto una rivoluzione epocale.
    La scienza è un fenomeno culturale di importanza inestimabile e da molto tempo (a seconda di quando ne fissi la nascita) al genere umano domande e risposte. Certo, quando c’è qualcuno ad ascoltare, e non rischi di irritare chi sta al potere.

  52. Trekker presente ed entusiasta! Però voglio lo stesso salvare tutti i gattini su Facebook e altrove. Non sono due cose incompatibili, ne risulta solo una giornata un pò complicata ma interessante.

  53. “Non esistono leggi in grado di essere implementate dove la tecnologia permette di violarle (copyright?), e viceversa, non esistono leggi violabili se esse sono insite nella tecnologia.”…ammetto che ho appena cenato e quindi la mia testa gira ancora più lenta del solito, ma questo passaggio nonn l’ho davvero capito…

    Ti faccio un esempio sciocco ma, spero, comprensibile.
    Sarò il più esteso ed esaustivo possibile, onde evitarefraintendimenti.

    Secondo gli standard dell’attuale paradigma neoliberista, non è consentito (entro limiti quali la tutela dei minori…) negare ad un potenziale acquirente l’accesso ad una data merce.
    Contemporaneamente, è una massima comunemente accettata quella secondo la quale l’informazione vuole essere libera – limitare l’accesso alle informazioni è considerato normalmente una pratica odiosa, un segno della tirannia.
    In entrambi i casi, nella maggior parte delle nazioni civili, esistono leggi specifiche che riguardano aspetti specifici di queste due realtà – leggi che tutelano l’acquirente, leggi che impongono la trasparenza, eccetera…
    Bello liscio.

    L’Università di Stanford (per fare un esempio preso dal mondo accademico) rende liberamente disponibili le lezioni di molti dei suoi corsi, applicando con la massima liberalità gli standard per la trasparenza e il libero accesso – entro le leggi di cui si diceva.
    Allo stesso modo, molte case discografiche (per fare un esempio corporativo) rendono disponibile il materiale dei gruppi musicali che rappresentano, online e sotto forma di mp3, a fronte di un modesto pagamento. Ancora una volta, in conformità con le normali leggi del mercato.

    Sia Stanford che le case discografiche (ecco perché ho scelto questi esempi) si servono della piattaforma iTunes.
    Che è una tecnologia che rende disponibili gratuitamente le lezioni di Stanford a chiunque si colleghi per scaricarle, e vende i brani musicali delle diverse etichette ricavandone ciò che si definisce un onesto profitto.

    Purché gli utilizzatori del servizio – che sia gratis o a pagamento – siano anche utenti Windows o Apple.
    Un utente Linux non può infatti accedere alla piattaforma iTunes – poiché la tecnologia specifica (nella fattispecie alcune sequenze di codice) non è disponibile su piattaforma Linux – ed è perciò escluso tanto dal libero mercato, quanto dalla libera circolazione gratuita delle informazioni.
    In barba a leggi e convenzioni.

    Ecco cosa intendo quando sostengo che la tecnologia può annullare – e di fatto annulla – qualsiasi legge e convenzione che non sia stata progettata per implementare.

    Il discorso opposto – che ciò che la tecnologia permette diventa, che ci piaccia o meno, “legge” (nel senso che governa le nostre azioni definendone i limiti), viene lasciato come esercizio per la classe.

  54. Oh, dimenticavo, l’accusa di scientismo è fasulla.
    Io sostengo – come mi pare abbiano colto correttamente almeno un paio di commentatori – che la scienza ela tecnologia ci offrono le risposte ad una quantità di problemi.
    Inutile dire che la scienza non può rispondere a problemi che non abbiano a che fare con l’ambito del reale, che è il territorio di indagine della scienza.
    La scienza non ci dirà mai, probabilmente, se il problema della bontà implichi l’esistenza di un dio malvagio (anche se conosco un paio di tizi che bazzicano l’algebra booleana che ci giocano spesso).
    Ma se parliamo di sovrappopolazione, epidemie, carestie, qualità della vita – di problemi contingenti – allora la risposta, la soluzione non può che venire dalla scienza e dalla tecnologia.
    A condizione che si abbia il coraggio di usarla.

  55. Salvea tutti. Mi si è accusato un po’ di tutto… vediamo di mettere delle pezzette..
    1 Non ho mai sostenuto che là fuori non ci siano risposte.
    2 Ho sostenuto che sono dispiaciuto quanto voi che la scienza abbia poco risalto nei media
    3 Ho sostenuto che trovo esagerata l’enfasi con la quale si crede che “là fuori” ci siano tutte le risposte ai problemi della terra, soprattutto perché molte delle risposte credo siano già a disposizione e poco hanno a che fare con scienza e tecnologia e molto con la politica.
    4 Ho sostenuto che trovo aberrante il binomio scienza- salvezza quanto quello progresso- salvezza.
    5 Ho sostenuto che facciamo cose attraverso la tecnologia. I frigoriferi hanno fatto molto più per la nostra salute di tante scoperte mediche più celebrate, ma è la politica che ha reso molte persone in grado di acquistarli.
    6 Angelo: se sono un utente Linux posso essere escluso da alcune informazioni e non dal libero mercato. Tanti anni giocavo con una consolle SEGA. Sulla consolle SEGA giochi di altre case non funzionavano, ma non per questo io ero escluso dal libero mercato.
    7 Angelo: Scienza e tecnologia possono ipoteticamente risolvere tutti i problemi della terra, resta il punto che la volontà di risolverli dipende dalla prime in maniera molto blanda. (questo non significa che dobbiamo smettere di cercare nuove soluzioni, anzi!)

  56. @Teresa
    Non hai capito assolutamente nulla.
    A volte capita, ma il bello è che è possibile rendersene conto.
    Dai un’occhiata alla lettera di Ernst Stuhlinger che trovi tradotta nel post di Approdo Sicuro

    http://approdosicuro.blogspot.it/2012/08/marte-o-fame-sulla-terra.html

    @Stefano
    Marshall McLuhan: “La politica ci offre le risposte di ieri ai problemi di domani”.
    Credo che a questo punto resteremo entrambi sulle nostre posizioni.
    Ma è stato divertente discuterne.
    Oh, già – al punto sei, sono io a parlare di Linux e libero mercato, non il povero Angelo.
    E gli mp3, da iTunes, anche pagando, non riesco comunque a scaricarli.
    Alla faccia del libero mercato.

  57. Ok, mettiamo una bandierina Io sto di qua e tu di là, ma non troppo lontano in modo di poterci ancora ascoltare a vicenda : )
    Anche con la Panda a metano è inutile mettere il Gas, non ci va…ma il libero mercato c’entra relativamente…

  58. Paragone discutibile.
    Non stiamo parlando di auto che vanno a gas rispetto ad auto che vanno a benzina.
    Stiamo parlando del fatto che tutti gli erogatori di gas di tutte le principali stazioni di servizio sono stati progettati in modo da non poter rifornire le auto di una certa marca.

  59. Caro Davide, è sempre una grande soddisfazione leggerti.
    Il 13 Febbraio scorso, dopo ben dieci anni di lavoro e di fatica, abbiamo fatto questo (l’Italia ha messo il 70% dei fondi e dell’impegno industriale come Prime Contractor e come Sistemista):

    Le probabilità di successo per primo lancio di un nuovo vettore spaziale sono più o meno del 30%.. Beh.. è stata una missione perfetta!
    Dopo qualche passaggio fugace sui tg, e in gravissimo ritardo su qualche testata giornalistica, di Vega non si è più parlato..
    Certo si capisce, erano i giorni della “farfallina” di Belen!!
    Saluti!

  60. Vai!
    Il Vega – missione molto “tecnica”, ma un gran bel progetto.
    È un piacere avere sul mio blog qualcuno che ha messo le mani su quell’hardware.

  61. Pensa a te stesso come se scrivessi nel ’68. Ok, si va sulla luna. Facciamo che a qualcuno interessi più il superbowl e a molti la partita. Parte il tuo qui presente pistolotto e noi tutti a cospargerci il capo di cenere e a comprendere grazie al tuo santo verbo illuminato quanto meschini e non all’altezza del tuo genio che tutto comprende e che “sa cosa sia importante nella vita”. Bene. Fatto. E ora arriviamo al 2012.
    E’ servito a qualche cazzo andare sulla Luna? Intendo a qualcosa di grandioso come le cose che citi, Trekkies a parte (massimo rispetto per loro).
    Adoro ognuno degli autori che hai citato, ma la crisi ce l’ho qui davanti. La luna l’han scoperta e l’uncazzo che è cambiato non lo ha visto nessuno.
    Il problema attuale era previsto da marx ma aiuto aiuto comunisti. Ora che siamo trattati tutti come ingranaggi di una macchina, vedo qualcosetta di più urgente che andare a ravanare su Marte.
    Ma non ho nulla in contrario a che lo si faccia. Solo non penso di dare dello stupido a chi ha dubbi sul fatto che si potessero spendere meglio.
    In fondo, se sei così openminded ci arrivi, è come se tu dicessi che è uno spreco far pagare ai contribuenti le fiamme gialle che gareggiano alle Olpimpiadi.
    Facciamo a meno, non sono utili.
    Facciamo a meno anche di mandare la sonda su marte, non è utile sapere se ci fosse vita.

    Dobbiamo ragionare così su tutto? L’arte non è utile.
    Io non sono utile e ho qualche dubbio anche su di te.

    Saluti

  62. Ergo, wow!, poche idee ma confuse, eh?
    Lasciamo perdere il fatto che la Luna è stata scoperta molto prima del progetto Apollo.
    Considerando che stai usando un bel set di tecnologie derivate dall’esplorazione spaziale per leggere il mio post e per scrivermi che non hai visto nulla di prodotto dalle missioni Apollo, direi che l’argomento è chiuso prima ancora di aprirsi.

    E poi non buttarti giù così.
    Tu sei molto utile.
    Come esempio.

  63. Ma che rottura di palle!!! Sembra che la sonda su Marte l’abbiano pagata quelli che si lamentano. Il progetto è stato pagato solo ed esclusivamente dai contribuenti americani, mediante il gettito fiscale che, tra le altre cose, finanzia anche il budget della Nasa. Gli statunitensi, che la missione l’hanno pagata, si sono raccolti davanti ai maxischermi nelle piazze a seguire l’atterraggio, per poi sentirsi orgogliosi di essere americani, mentre oltreoceano ci si lagna delle sperpero di denaro, manco li avessimo tirati fuori noi questi soldi. Se vi interessa tanto il problema della fame nel mondo, smettete di fare la spesa alla Coop e comprate equo solidale, senza stare a resuscitare ogni volta lo zombie di Marx. Siamo un paese che non è capace di costruire un’autostrada senza spendere l’equivalente del progetto Apollo e che foraggia, più o meno consapevolmente, una cricca di schifosi pedofili convinti di parlare con l’altissimo, e abbiamo pure il coraggio di lamentarci di come gli americani spendono i loro soldi. Ma vaffanculo!!!

  64. Davide, buttare cacca su qualcuno non è un argomento. “Poche idee ma confuse” non dice nulla, potevi scrivere anche “scemo” e poi non giustificare. Fa lo stesso: è solo un insulto, tanto come quello dell’esempio negativo: posso esserlo, ma non per quello che ti ho scritto (perché lasciare i commenti aperti per poi prendere in giro i commentatori, poi? Questa si che sarebbe una contraddizione). Se mi dici che non hai capito la citazione del “e ho qualche dubbio anche su di te” allora ti chiedo scusa, perché forse ti sei sentito insultato e quindi hai risposto. Sorry, è una battuta che si fa in ambienti poco raffinati.

    Le idee di derivazione sono per definizione “di derivazione”, sono sottoprodotti e sono pressoché l’unica cosa che viene citata da qualsiasi ricercatore per giustificare la propria esistenza quando l’oggetto della propria ricerca interessi solo lui o una minoranza (illuminata quanto vuoi), oppure non stia portando a risultati, qualcuno stia pagando e sia necessario tenere in piedi la ricerca e, perché no, il proprio lavoro. E nota bene che non lo dico perché io sia avverso a questo, sono PRO ricerca, ma essere pro non significa avere gli occhi chiusi, né tacere considerazioni scomode.
    Concentrarsi DIRETTAMENTE sui problemi che abbiamo in casa in quale modo confliggerebbe con l’ottenere questi risultati che nell’altro modo sono solo derivazioni?
    Forse con un aumento di efficienza? E dispiacerebbe?
    Ripeto: non sono contro, ma non posso ignorare che se sto cercando l’acqua, cerco l’acqua, se invece il mio obiettivo è andare in cima al monte Vattelappesca per curiosità verso l’ignoto *E* scopro anche l’acqua, è una FORTUNA averlo fatto: se invece il mio impegno è focalizzato sulla scoperta dell’acqua, magari non raggiungo la cima, perché non serve.
    Quindi se vuoi chiudere l’argomento è perché non hai voluto aprirlo, ma non è che si dimostri da solo… forse non hai voglia, come stai mostrando nel tuo post, di considerare le idee altrui. In questo caso basta chiarire che il post è per dire “chi non la pensa come me fa schifo e ha il prosciutto sugli occhi e per quanto riguarda le solite idee che non voglio sentire la mia risposta è lalalalalalalalalalalaaaaaaaaaaanonvogliosentireeeeeee” – allora ok, è chiaro.

    Ma quando parli con gente che non è in ottime condizioni, e parlo non solo di gente che non ha di che sopravvivere o che vive da quando è nata in stato di soggezione, ma anche semplicemente dei tuoi connazionali, di gente malata o di zone geografiche del nostro o degli altrui paesi che sono state o rischiano di essere soggette a danni ambientali o catastrofi eccetera … quando parli con una di queste persone o con una popolazione intera, è come se guardassi tuo figlio che vuole comprarsi la porsche ma non si cura del tetto della sua casa che gli crolla in testa, non paga l’affitto, non si cura e rischia la propria vita e quella della sua famiglia. Quando ti chiede i soldi per la Porsche (un lusso) ti viene difficile togliere lo sguardo dalle necessità che sta gestendo male.

    E i concittadini tuoi e quelli degli altri paesi che hanno questa visione forse meschina, comunque sono sempre i soliti che non stanno pensando “con la pancia piena e al caldo”, in senso lato. Magari il loro obiettivo è quello di migliorare le condizioni di vita degli esseri umani su questo pianeta e pensano che spendere risorse, energie, denaro, impegno, forza, intelligenza sia più efficace se fai quello, non se ti impegni nella direzione di Marte.

    Per me Marte è OK. Ma non do’ per scontato che se io sono d’accordo allora questo è il modo giusto di pensare, l’unico valido e l’unico con delle ragioni e se non la pensi così non sei degno di rispetto, dialogo e al massimo di insulti.

    Il fatto che io non mi ritenga utile all’umanità mi consente anche di avere un punto di vista in cui se non fai niente per la ricerca medica o la mia salvezza personale (mi ammaio e muoio? chi se ne frega! Si ammala e muore mia sorella? Beh, questo mi frega!) a me importa poco e possa essere favorevole ad indirizzare il denaro delle mie tasse in qualcosa di più romantico o “che guarda più in là”. Ma è il mio punto di vista. Vedere quello degli altri, considerarlo come se fosse proprio, compreso l’ambiente reale in cui vive chi produce questo pensiero, a me non pare degno di disprezzo.

    Saluti!

  65. Devo precisare ancora!
    Le idee erano sufficienti, ma evidentemente non le hai lette. Ti volevo far notare non cose come le scoperte per derivazione, infatti ti avevo detto, già nel primo post che hai saltato a pié pari (ma con argomentazione che giudichi valida solo tu, ora ti sto dicendo perché) che scoprire (ok, ANDARCI, puntualizziamo, va bene) la Luna non è servito a nulla di – lo ripeto – grandioso nel senso che hai scritto tu, nel tuo post principale.
    Tante piccole cose derivate, riutilizzo di tecnologia e scoperte, ma nessuna di quelle visionarie di cui parli nel post.

    Inoltre vorrei chiarire che se fossi americano e ci fosse stato da decidere, avrei dato il mio assenso, non sono contro, anzi, sono un entusiasta. Sarei anche io in prima fila nelle piazze a vedere i megaschermi e sono contento che ci stiano andando.

    Dimostrarlo non mi è necessario, ma se vuoi possiamo batterci gran pacche sulle spalle riguardo a cose che piacciono ad entrambi.

    Ciò su cui volevo porre l’accento è che tutta quella serie di aspetti sull’utilità DIRETTA dell’esplorazione e sull’impegno di spesa da impiegare altrove non sono stupidaggini tout-court come lasci intendere. Non sono false e le argomentazioni che usi assomigliano tanto a quelle di chi dice che non bisogna pagare le tasse perché tanto i servizi non ci sono: mi pare una distorsione del ragionamento: quello che bisogna fare è controllare come vengono spese, non smettere di pagare. Magari poi si pagherà meno.

    Credo (lo credo io) che le persone che citano a sproposito (ovvero ipocritamente, non davvero “a sproposito” … è uno sproposito *perché sono ipocriti*) i problemi di sanità, economia eccetera di classi sfortunate siano la stessa categoria di persone che cita la ricerca come un interesse supremo ma in realtà cerchi solo guadagni e altri generi di tornaconto personale, gli uni fottendosene dei problemi delle persone, gli altri fottendosene del progresso.

    Anche il mondo della ricerca si dev’essere accorto che non era conveniente continuare con le missioni Apollo e l’entusiasmo si è raffreddato per mille motivi, buoni e cattivi.

    Se sei un entusiasta dell’esplorazione forse avrai letto il libro divulgativo di Stephen Webb, magari uno più degno di considerazione del sottoscritto: ebbene anche se lo lascia capire a te tra le righe, è evidente che per quanto AMEREBBE che la vita intelligente ci fosse e potesse raggiungerci, ha troppe prove che non sono a conforto di questa probabilità, nonostante nei numeri (che tu sicuramente conosci meglio di chiunque di noi) portino ad affermare che sicuramente non siamo soli: questo atteggiamento è quello che ti proponevo: quello scettico, perché se anche sei un superentusiasta, non è lasciandosi andare ad un facile entusiasmo E BASTA che si spendono i soldi pubblici.

    Anche il Taj Mahal è bello, ma forse la popolazione dell’India avrebbe avuto maggiori benefici negli ultimi 300 anni (prima del turismo) se la moglie dell’imperatore fosse stata cremata. Ovviamente mi taglio la lingua da solo quando mi trovo davanti al Taj Mahal, ma il mio ragionamento resta, mi pare, non censurabile. Lo stesso, quindi, vale per la corte di Castiglia: ammettiamo (dubito: il rispetto per la vita era diverso all’epoca, ma per amor di ragionamento, facciamolo) che ci fosse quel genere di commento: qualsiasi cosa ha mosso l’esplorazione è stata fatta per amore del guadagno di poche persone, non certo per il progresso dell’umanità.

    Forse è un po’ più chiaro. Forse interessa tanto quanto prima ^_________^

  66. Caro Ergo Nomico, scusa la mia franchezza e l’eccessiva confidenza, ma il tuo ultimo post mi da tanto di esercizio di retorica che, per carità, un sofista potrà trovare anche utile, ma non è funzionale ai fini della presente discussione. Per me il problema è molto semplice: i 2,5 miliardi di dollari facevano parte del budget della Nasa, che ogni anno equivale a circa 15 miliardi di dollari. Ci si aspetta che la Nasa, che è l’ente spaziale americano, spenda quei soldi per l’esplorazione spaziale, intesa sia come esplorazione umana, che come indagine scientifica del cosmo fatta con sonde e satelliti. Quindi, che senso ha stare a stigmatizzare il modo in cui è stata utilizzata una certa frazione, tra l’altro abbastanza contenuta e spalmata su più anni, di questo budget? Reiterando un certo ragionamento, allora bisognerebbe andare a monte del “problema”, e magari abolire proprio la Nasa. Inoltre, i contribuenti americani saranno liberi o no di decidere come spendere i proprio soldi? Poi, per carità, si può considerare inutile l’intera ricerca scientifica, perchè alla fine il concetto di utilità è prettamente soggettivo. Pur essendo un fisico, certo non biasimo qualcuno a cui non freghi niente del bosone di Higgs.

  67. Ergo, permettimi.

    Il tuo modo di intendere la ricerca è per lo meno vittoriano – e credo che anche all’epoca fossero solo i disinformati elitari ad avere una simile visione della ricerca.
    La ricerca scientifica non è una attività individualistica e frammentata, ma è un sistema, costruito su interazioni fra ricercatori, in cui tutti quanti ci si muove insieme, in direzioni diverse, allo scopo di spingere avanti i confini della conoscenza.
    Il corpus di risultati pratici (le tecnologie) derivate dalla scienza, non sono lo scopo principale della scienza (ed il giorno in cui i Ministeri se ne renderanno conto, faremo un bel po’ di passi avanti), ma sono il naturale prodotto dell’espandersi della conoscenza.
    In altre parole, non siamo andati sulla Luna (per fare un esempio un po’ a caso) per produrre internet e le padelle al teflon, e internet e padelle non sono state “una fortuna”, ma una logica conseguenza.
    Anche in campi molto molto specifici – la ricerca per la cura di una data malattia, per fare un esempio – il peso e l’importanza delle ricerche biomediche più generali, della cosiddetta “ricerca di base”, non possono assolutamente essere trascurati o ignorati.
    Anche – e non dimentichiamo questo detaglio – a livello interdisciplinare.

    Del tipo, usare la rete cellulare (una applicazione di tecnologie sviluppate nella ricerca spaziale) per raccogliere dati abbastanza in frettada arginare le epidemie nei paesi in via di sviluppo.
    Che non è fantascienza – è una cosa che si fa, succede, da almeno dieci anni.

    A questo punto la domanda è – devo rinunciare alle applicazioni utili perché sono derivate da studi non direttamente mirati alla risoluzione del problema specifico?
    Cercavo prove a conferma della selezione sessuale come motore dell’evoluzione, strada facendo ho trovato un enzima che rallenta l’alzheimer, che peccato che non stessi studiando l’Alzheimer, butto i miei dati nel tritadocumenti?

    E qui viene il punto interessante.
    Poiché non è possibile sapere cosa verrà fuori di buona da una linea di ricerca piuttosto che da un’altra, è essenziale che la ricerca continui, ed abbia dei fondi, delle strutture, del personale.
    Non “per guadagnarci” – anche se riuscire a pagarsi da mangiare col proprio lavoro è un gran piacere, che pochi ricercatori conoscono nel nostro paese – ma per risolovere problemi.
    Quali problemi?
    Beh, tutti i problemi.
    Semplicemente, la scienza difficilmente lavora su ordinazione.

    Nel caso specifico dell’utilità diretta dell’esplorazione, e poi finisco, tu sostieni che non serve a nulla.
    Sei in buona compagnia.
    Lo sostenevano anche i faraoni egizi.
    Gli imperatori romani da Adriano in poi.
    Gli imperatori Ming nel quindicesimo secolo.
    Tre casi di imperi che scelsero la strada della stagnazione.
    Loro usarono quei quattrini per fare altro – e finirono col collassare.
    Chissà quali complessi problemi sociali risolsero, eh… però non sopravvissero come civiltà.

    Noi esseri umani siamo evoluti come esploratori – tutti gli sviluppi tecnologici originari, dal controllo del fuoco alla pittura simbolica, si svilupparono nel momento in cui l’Homo sapiens lasciò la propria area di origine nella piana di Afar e si spinse a nord, affrontando ambienti a lui ignoti ed ostili.
    Noi siamo culturalmemte esploratori.
    L’allargamento dei nostri orizzonti spaziali comporta una maggiore vivacità nelle idee – ci inventiamo nuove soluzioni per problemi nuovi che prima non sapevamo di avere, e per estensione a vecchi problemi.
    Noi abbiamo evolutivamente bisogno di spingerci oltre – fisicamente o intellettualmente, meglio in entrambi i modi, per poterci spingere oltre socialmente.

    Ed è curtioso, a questo punto, usare la parola “meschino” per chi vuole allargare gli orizzonti, ed atteggiarsi a progressisti mentre si insiste per tornare al passato.

    Quanto al sentirsi inutili, beh, non sarebbe bello cominciare a cercare di diventarlo, utili?
    O vuoi restare per tua stessa ammissione uno spreco di ossigeno che qualcun’altro potrebbe usare meglio?

  68. @Giuseppe

    Il mio post scaturisce da ciò che scriveva Davide con evidente fastidio verso un certo modo di commentare esplicitamente non “la nasa” ma questa speficica operazione, da parte della gente “comune” evidentemente… o di una non precisamente specificata categoria di persone, ma, presa in una categoria di “quelli che dicono così”. La discussione “presente” era quindi questa. Dover allungare il brodo a scapito della sintesi è necessario per amor di precisione (e della mia incapacità di essere più sintetico senza essere frainteso, naturalmente). Il post non diceva “la nasa deve esplorare, che vi lamentate a fare se invece di mandare i roboz nello spazio non curiamo il cancro?” – no, non diceva questo. Altrimenti sarei d’accordo con te. Diciamo che questa gente s’è svegliata ora che la nasa s’è fatta “notare”; questo è criticabile, ma tutto sommato per chi ama la Nasa e il suo operato, un bene.

    Vedi quindi che il mio era ben lungi dall’essere un esercizio di retorica fine a sé stesso (meglio premere i tasti per giocare o procurarsi il pane per domani scrivendo!) … ho detto cose ben diverse. Sono SIA per la ricerca che per la nasa che per l’esplorazione. Hai capito (vedi il mio secondo internvento) quello che intendevo: scagliarsi contro questa gente in quel modo ti equipara a loro. (era un tu discorsivo, sia chiaro)

    @Davide

    Ti ringrazio perché ora è stato un piacere leggerti e di sicuro mi hai insegnato qualcosa: è ben diverso da ciò che hai scritto prima. Se vuoi, questo che mi hai regalato (CI hai regalato!) è una versione divulgativa di “cosa è la scienza, perché serve” … ma è ben diverso del dare dei brutti bastardi ad una grande quantità di persone così, solo paragonandoli ai peggiori esempi della storia lasciando i riferimenti a chi sa intenderli. Per questo, essendo sicuamente estremo perché frutto di passione, è uscito piuttosto offensivo e incurante della visione altrui.
    Quella che dici essere la mia sarebbe vittoriana, eppure quando leggo (con gran piacere) la tua, vedo che coincide con la mia. Solo che io non penso di essere l’unico a poter emettere commenti sul pianeta e quando chiedo denaro agli altri devo ricordare che non lo posso pretendere, anche se la mia idea del progresso lo dovrebbe prevedere.
    Tornando al tuo ragionamento sul fatto che effettuando un percorso non condiviso trovi risultati utili “e allora cosa facciamo li buttiamo?” è ragionare al contrario.
    Se sto cercando qualcosa e trovo qualcos’altro, benvenga, ma questo avverrebbe anche se cercassi esattamente quello che tutti siamo d’accordo nel ricercare.

    Nell’ambito interdisciplinare, se i dati sono a disposizione, non ha importanza il motivo per cui sia stata fatta una determinata scoperta (questo vale per il tuo ragionamento e quello opposto che ti ho presentato e che ti schifa) al fine di permetterti di applicarla al tuo ambito.

    Sul fatto che tante delle scoperte siano potenzialmente utilizzabili e che invece non siano affatto utilizzate so bene che non ci puoi fare niente (vedi copyright e brevetti che impediscono l’uso dopo la scoperta e quindi hai voglia di spingere avanti i confini della conoscenza se poi come specie facciamo risultare più intelligenti i delfini) ma è una realtà che è ben presente e comprensibile anche a me, al bifolco. So che sei abbastanza elastico da comprendere l’esempio – che è solo un esempio : come cittadini abbiamo pagato la rete infrastrutturale di telecom italia nonché quella autostradale nonché quella elettrica, abbondantemente. Dovrebbe essere un bene pubblico, tutti dovremmo guadagnarci e quando ti viene chiesto dell’altro denaro ti aspetteresti progresso. Invece sai perfettamente che Telecom non farà nulla per ammodernare le linee perché vuol monetizzare all’infinito sul doppino. E’ una sciocchezza ma ti fa dire “investire i nostri soldi? beh, ma poi allora sarà nostro”.
    Capisci che non puoi solo dire “pirla” a quello che vede i risultati pratici dei maneggi.
    Ma il tuo post, tutto sommato, diceva questo, senza tenere in gran conto le idee delle persone normali che tutto sommato sono sia quelle che ti danno da mangiare, sia quelle per le quali la ricerca dovrebbe lavorare. Quindi quando lo dimentichi smetti di amarle (oh, non vorrei fosse troppo ma… ) … è per loro che lavori, per l’umanità.

    Svolgo un lavoro nel quale io stesso mi trovo nella scomoda posizione di trovare molto difficile spiegare “esattamente cosa stai risolvendo?” e quindi non credere che non capisca. Quello che vorrei si capisse è: considerare il punto di vista che stai criticando non col disprezzo, ma con la compassione (in senso Buddhista, per te dovrebbe essere molto chiaro cosa intendo).

    Egizi, Impero Romano e Ming non mi pare abbiano collassato per quel motivo, spero non sia una via facile di esempio mal posto … pressoché per tutti è stata la corruzione (in senso lato) a far crollare tutto. Non credo che abbiano optato esplicitamente di destinare le risorse al bene della popolazione invece che a quello di una ricerca scientifica, perché – sbaglio? – la ricerca era semplicemente praticata da chi si dilettava, si appassionava ed era finanziato dal potere, sempre con l’interesse diretto del potere in un risultato immediato (derivante da ciò che in quel momento era percepito come un vantaggio, persino “spirituale” in alcuni casi – dal potere)

    Ora, si vede che quanto dico non convince, ma – ripeto – sono PRO esplorazione e PRO ricerca; non apprezzo invece il rutto in faccia a chi non lo è.
    Allo stesso tempo ci voglio ragionare: è servita? In molti casi non posso dire cosa sarebbe successo se non fosse stata svolta (parlo dell’esplorazione). Non posso sapere che sarebbe successo se non avessimo scoperto l’America … saremmo stati scoperti da loro? 🙂 Vabbé.

    dici una cosa meravigliosa che in cuor mio condivido completamente “Noi abbiamo evolutivamente bisogno di spingerci oltre – fisicamente o intellettualmente, meglio in entrambi i modi, per poterci spingere oltre socialmente” … e contemporaneamente mi guardo intorno e vedo che non è vero. Io ci credo per conto mio, ma socialmente abbiamo un esempio di come dovremmo focalizzarci sul risolvere il nostro problema e come non lo si stia facendo.

    Non hai capito però una cosa: La parola meschino è stata usata sempre riferita non a chi voleva allargare gli orizzonti ma a chi non condivideva questa idea, ovvero a come sembra tu veda chiunque non sia tu. Rileggi, non ho nemmeno sbagliato a scriverlo 😉 (poteva essere)

    Hai capito, vero, che il mio post non è contro la ricerca o contro l’esplorazione? E’ PRO “altri punti di vista”.

    Per il resto, dovesse mancarti l’ossigeno che sto usando io basta farlo sapere.

    Ora – non è rilevante ma… – conferma se vuoi che sono male informato o se invece le seguenti cose non interessano in alcun modo l’essere andati sulla luna:

    Internet è frutto della guerra fredda, un sistema di comunicazione per i militari.
    Il teflon è solo il prodotto inutile di una ricerca che prima è stata in un cassetto e al massimo venduta come un giocattolo divertente ma utile al massimo per l’esercizio motorio delle mani dei piccoli.

  69. Ergo, hai ragione, non si tratta di poche idee ma confuse.
    Si tratta di malafede.
    E non intendo tollerarla.
    Addio.

  70. Splendido…. un articolo magnifico.
    Mi stavo giusto domandando che fine avesse fatto il servizio sull’atterraggio su Marte…. ora capisco. Però che tristezza

  71. Eccellente post, del quale condivido ogni singolo bit. Anche i toni accesi che hai utilizzato: un po’ di esasperazione e’ comprensibile, non dimentichiamo che in Italia, per molti (soprattutto tra gli “intellettuali”…si possono usare certi termini sul tuo blog?…) il fatto di non capire nulla di scienza e matematica e’ motivo di vanto…non so se lo stesso atteggiamento sia presente anche all’estero: Benedetto Croce lo abbiamo avuto solo noi?
    Pare che lo sforzo di distogliere lo sguardo dal proprio tormentato ombelico, per tanti sia veramente eccessivo.

  72. Al netto di tutto, alla domanda “che serve?” basterebbe rispondere con una lista con tutte le ricadute tecnologiche del programma spaziale per annichilire i critici… unito alla prospettiva della limitatezza del pianeta Terra. Qualcuno ha detto colonizzare lo spazio?

  73. Son riusciti a far arrabbiare perfino te, qualcuno deve averla sparata veramente grossa.

  74. post fantastico che esprime perfettamente, io credo, la situazione attuale… io stesso ho sentito con le mie orecchie l’indimenticabile commento “certo però che pure loro potevano mandarlo in un altro momento no?” O_o …. sghignazzai a quella frase, e venni per questo guardato male… ma del resto io son quello che “bah ma tanto è inutile parlare con te… non guardi manco il calcio”

    ah, l’Italia … come la adoro 😛

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